Lo scorso fine settimana a Milano, è andato in scena il primo Wired Next Festival. Il festival, sostanzialmente, è un format importato in Italia da Wired sulla scia del successo di quello USA, nato ormai quasi 10 anni fa per celebrare la tecnologia, il futuro, l'innovazione.
Giovedì la salita a Milano, per conoscere un po' di gente della rivista con cui collaboro ormai da un po', seguire qualche panel e fare una serie di appuntamenti tutti miei come al solito. Ho anche scritto qualcosina su RIOT, per poi fare un pacco di altre cose di cui vi dirò. In questo post però, mi vorrei soffermare sulla qualità della manifestazione messa in piedi perchè è stata una roba veramente power. Il problema delle fiere italiane, sostanzialmente, è proprio quella di essere italiane. Nell'impostazione, nell'organizzazione e ovviamente a livello contenuti. Qui si respirava un'altra aria, con gente di spessore (da Rodotà a Kaplan, da Parmitano a Dario Argento), sponsor importanti e speech veramente super cool. Un po' come andare a una GDC, rapportando il tutto al discorso videogiochi, per poi farsi una settimana di Games Week. Due cose diverse, per carità, ma la proporzione potrebbe essere la stessa, applicata in questo caso a un discorso kermesse, a tutto tondo. La cosa bella, tra l'altro, è che di fatto si trattava di un test, un numero 0 per prendere le misure per le prossime edizioni, che si annunciano stratosferiche considerando le forze messe in campo. Tutti i video degli interventi più importanti li trovate qui. Tutte le foto qui e su Instagram su account vari. Il tag per vedere proprio tutto su Twitter è stato #wirednextfest tuttattaccato!
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