30 ANNI (E UN GIORNO) DI AMIGA
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Alberto Belli
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Ieri è stato un bombardamento di link vero e proprio, perchè l'anniversario era importante. Avrei voluto scrivere qualcosa per tempo ma poi tra le cose da fare e il fatto che, in effetti, nessuno mi correva dietro, ho pensato prima di leggere e poi di fermarmi un attimo a pensare a questo trentesimo compleanno dell'Amiga e a ciò che ha significato questa macchina meravigliosa per me. Perchè le cose che cambiano una vita stringi stringi, sono sempre poche.
E l'entrata di questo hardware in casa Belli con il senno di poi, è stato decisamente uno di questi visto ciò che mi sono trovato a fare nella vita, due decadi dopo. Era il 1° maggio 1989 e un giovane Eldacar riusciva finalmente, dopo essere stato segato l'anno prima pure a catechismo, perchè giocando a pallone non andavo mai, a fare la fottuta comunione. Già all'epoca il mio rapporto con la religione non era proprio il top ma oh, quanti regali al prezzo di una giornata con i parenti, un tozzo di pane e un goccio di vino. Ed eccolo lì il lampo di genio di mio nonno: Amiga 500 1.3 (con l.2 funzionava metà del software) con TV Tuner 12 canali e monitor Philips 14" accompagnati da Rolling Thunder, Kick Off, un simulatore di volo chiamato Skychase e un altro gioco che onestamente non ricordo. L'inizio di tutto. Da quel giorno a casa mia, fino al 1994 (anno in cui sono passato al PC causa l'uscita di Daggerfall) sono entrati circa 2500 (duemilacinquecento) dischetti blu, con altrettanti capolavori sopra (quasi, dai). Davanti a quel monitor ho conosciuto tutti quegli sviluppatori storici che mi sono trovato a intervistare millemila anni dopo piuttosto che quelli con cui ho avuto la fortuna di lavorare (e sono parecchi). Davanti a quel monitor ho imparato l'inglese, vocabolario alla mano, mentre giocavo tutti i capolavori di Cinemaware e di MicroProse, tutti gli sportivi esistenti e quelle simulazioni di volo così complicate da richiedere una maschera di plastica da appiccicare alla tastiera per avere sotto controllo tutti i comandi. A quell'epoca, ho sviluppato anche il mio amore per il collezionismo, grazie a un cliente di mio padre che, neanche a farlo di proposito, era uno dei più importanti grossisti di Leader di quegli anni.
Quella Leader dove nel 2006 sono andato a lavorare imparando buona parte delle cose che so oggi e che mi porto dietro nel lavoro. Ma c'era pure Alfredo Aromolo, il pirata che aveva tutto a 3000L a dischetto a Ponte Mammolo, piuttosto che il buon Maksoft, cugino di un mio amico di infanzia in grado di crackare qualunque cosa e divenuto mitologico personaggio delle cronache nerd dell'epoca. Bon, l'Amiga è stata tutto questo sintetizzando all'estremo: una fetta importantissima della mia vita di bambino che cresce tra calcio e scuola, imparando tante altre cose in cameretta grazie al genio di chi veramente, allora, poteva definirsi indie nel vero senso della parola. Gira che ti rigira, tutto quello che c'è oggi viene da lì, perchè il Commodore 64 era ancora troppo acerbo anche se i fanboy lo negano, mentre l'Amiga oltre ad essere cool, era in grado di far girare cose che facevano paura, con buona pace pure delle console. L'Amiga era l'hardware pettinato di quelli sul pezzo, mentre gli sfigati giravano ancora le cassettine con la matita, aspettando 30 minuti il caricamento di roba troppo più brutta di quella disponibile per la neonata meraviglia della stessa casa. Come dicevo in apertura, ieri di cose ne ho lette tante in giro e per la maggior parte si tratta delle solite stronzate, con tonnellate di elenconi da cui per forza mancherà sempre qualcosa perchè 20 nomi o 30 o 40 si possono pure fare ma lo spazio non basta mai. Dovessi fare dei nomi con un fucile puntato alla tempia sarebbero: Player Manager (giocato più di Kick Off), Pirates! (comprato in ogni versione remake), Airborne Ranger (perchè i tactical shooter esistevano già), Dungeon Master, It Came from Desert, Lords of The Rising Sun (Total War chi?), gli sportivi TV Sports, le robe Sierra (tutte, con i mitologici Police Quest con lo scatolone gigante dove se lisciavi un oggetto chiave all'inizio non finivi il gioco), Hunter (che quando parlano che GTA per la prima volta ha fatto usare qualsiasi mezzo in-game viene da ridere), Defender of The Crown, Shadowlands (un isometrico che giocava con la luce come mai prima), Cannon Fodder, Heimdall, Epic (che preferivo ad Elite) e tutti i GdR SSi con la Dragonlance in mezzo che se ci penso mi scende la lacrima). E milioni di altri. Menzione d'onore per il Konix Navitagor, il joystick a pistola che si spaccava se schiacciavi troppo forte in punta (per lo più con Kick Off) e per l'espansione da ben 500MB da mettere sotto che ruzzava di brutto. Insomma, oggi son rimasti gli emulatori e un telefono cinese brandizzato. Io nel dubbio, la mia ce l'ho ancora attaccata.
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