Lo volevo guardare da parecchio tempo, poi mi è sempre passato di mente. Installando Netflix su One, ho realizzato con piacere come fosse presente in elenco ed è stata la prima cosa vista utilizzando il nuovo servizio on demand appena sbarcato qui da noi. Atari: Game Over è un documentario che racconta la storia di Atari e la sua caduta, successiva al lancio del tie-in di E.T. nel 1983.
In realtà questo è solo l'incipit, che occorre al regista Zak Penn per portare alla luce la vera storia del fallimento della mitologica compagnia di Nolan Bushnell e di come in realtà le cose fossero realmente più complicate di come sembrano. Atari: Game Over è anche la storia del programmatore Howard Scott Warshaw, il creatore di capolavori come Yars' Revenge e Raiders of The Lost Ark ma anche del sopracitato E.T. definito per anni il peggior videogioco della storia. La favola legata al sotterramento di milioni di cartucce del gioco incriminato nel deserto di Alamagordo, è stata alimentata per anni tanto da diventare una vera e propria leggenda che ha portato col tempo un interesse incredibile per la vicenda, tanto da ispirare quest'opera che ho trovato fantastica ben oltre l'aspetto documentaristico. Tanti i volti noti dell'industria chiamati a intervenire (tra cui il mio amico Mike Mika, conosciuto durante l'E3 dello scorso anno con il suo #IDARB mentre presentavo NERO), più che altro per sfatare il mito che voleva che tutto derivasse dalla pessima gestione del progetto E.T. Parliamo di una licenza costata una fortuna (22.000.000$) anche se l'operazione (di Warner, che aveva acquisito Atari nel 1979) in realtà nascondeva il tentativo della major di portare Steven Spielberg nella propria scuderia (perchè nel commerciale una cosa che può sembrare stupida, spesso, ha molte altre implicazioni strategiche dietro). Il gioco doveva essere sviluppato in 5 settimane e Warshaw (che racconta i primi giorni in azienda con aneddoti sfiziosi su droghe e idromassaggi) dopo averne preso in carico lo sviluppo, fu bollato come unico responsabile del flop con tutte le conseguenze del caso.
Atari: Game Over è in realtà una produzione pensata proprio per spiegare una volta per tutte la realtà dei fatti, ossia un fallimento dovuto alla pessima gestione di una compagnia che con l'80% del market share, tentava di piazzare ancora 10 milioni di console in un mercato saturo oltre ogni limite. Una vera e propria riqualificazione del povero Warshaw, tagliato fuori dall'industry per diverse decadi e visibilmente emozionato durante gli scavi nella discarica del paesino californiano, diventato vera e propria metà di pellegrinaggio (con relative implicazioni sociali) da parte di appassionati e semplici curiosi. Scavi pianificati per un triennio, tra intoppi di natura politica e dubbi sulla reale veridicità dell'accaduto e sulla sua rilevanza per un intero settore.Scavi che hanno portato alla luce si numerose cartucce, rappresentate però solo al 10% da E.T. per il restante 90% da titoli ben più redditizi del catalogo dell'epoca, come Centipede, Adventure o lo stesso Yar's Revenge. Uno stock dunque, di un magazzino pieno di materiale inutile e invenduto che doveva essere semplicemente distrutto e che è stato quindi semplicemente gettato in una discarica per essere poi sepolto da metri e metri di detriti e rifiuti. Bellissimo. Nerdissimo. E pure commovente. Da vedere.
VOTO 9/10
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