Un'idea di base eccezionale e utile, c'è poco da dire, se non fosse che Metacritic (o chi per lui), nel tempo, è diventato un grosso boomerang puntato sul culo di tutti quanti: operatori, utenti e compagnia cantando. Si perchè, per un PR, la media su Metacritic (e la reportistica in generale) è il modo di confrontarsi con i suoi colleghi all'estero, per esempio. Colleghi che però vivono in un paese dalla cultura differente e dal mercato regolato da dinamiche differenti che purtroppo, quando si tratta di numerini, non vengono evidenziate: conta solo il voto, per determinare il fail oppure no. Ecco quindi che il fottuto 4 (o un 6 o pure un 9 delle volte), diventa questione di vita o di morte e punto su cui attaccare i giornalisti. E i giornalisti che fanno? Essendo attaccati, non possono neanche permettersi di non farsi piacere un gioco "perchè la media su Metacritic è differente". Conseguenza logica? Il voto si uniforma, sticazzi dell'oggettività e chi è fuori media è un povero pirla. Se andate a vedere però, molto molto molto spesso, capita che la voce fuori dal coro, non sia quella sbagliata ma l'unica vicina al feedback dei giocatori (che sono quelli che tirano fuori il grano e il prodotto se lo sparano veramente, dal primo all'ultimo minuto, senza condizionamenti fatta eccezione l'essere fanboy di qualcosa). Metacritic, a un sito italiano, non porta sostanzialmente redemption di nessun tipo in caso di voto conforme alla media.
Gli unici rientri importanti dall'estero, avvengono con i titoli top in caso di votoni esageratamente fuori media (il primo o l'ultimo della lista in genere, vedere Halo: ODST ai tempi di Eurogamer), perchè l'utente USA si arma di traduttore di Google e cerca di capire perchè su IGN 10 e da un'altra parte 4. Metacritic, oltre a una serie di testate importanti, contiene una pletora di siti che pur facendo media, non contano una sega, fatti da gente che non capisce una sega. Però, come dicevo, fanno media. Metacritic, pur avendo una sorta di selezione all'ingresso ha aperto sostanzialmente a tutti, blog compresi, continuando a tenere dentro, per esempio, anche riviste cartacee in caduta libera solo per una questione politica. Il concetto di fondo comunque è che, pur essendo uno strumento utile, portare a supporto di qualsiasi tesi legata a un giudizio "l'ha detto Metacritic" è una cappellata di proporzioni spropositate e al 95% la scusa universale che serve a chiudere discussioni altrimenti infinite. Occhio quindi (al gioco, al publisher, a chi firma gli articoli)!
Troppo vero.
ReplyDeleteLo strumento è diventato strumentista
Bravo Elda. Giustissimo!
ReplyDeleteParole sante
ReplyDeletegiusto per completezza, metacritic (come tutti gli aggregatori seri) non usa la media aritmetica semplice, ma la media pesata - questo vuol dire che ign, eurogamer e sticazzi nel conto della media complessiva "pesano" molto di più dell'ultimo sito demmerda che riesce a farsi inserire nel pool.
ReplyDeleteE da quando?
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