[SERIE REVIEW] NARCOS (S.1)



Sono passati pochi giorni dall'esordio italiano di Netflix eppure il servizio per quel che mi riguarda, come già dicevo, è talmente su misura per le mie esigenze che esiste il forte rischio che io disdica Sky in tempi brevi. Questa volta si parla di Narcos, una delle serie esclusive disponibili dal primo giorno, dedicata alla storia di Pablo Escobar, il più grande narcotrafficante di ogni tempo che per anni ha di fatto comandato in Colombia decidendo le sorti di un intero paese.
Parliamo di una persona venuta dal nulla che si è arricchita così tanto con la cocaina, da arrivare a guadagnare, 30 anni fa, qualcosa come 60.000.000$ al giorno. Più della General Motors, per capirsi. E tanto per essere chiari e diretti, Narcos è una serie veramente fantastica. L'effetto è un po' Romanzo Criminale: Escobar era un mostro, uno che a un certo momento aveva piazzato taglie milionarie per l'esecuzione di poliziotti, magistrati e funzionari dello stato che lo infastidivano. Eppure in Narcos emerge anche tutto il resto: l'amore per la famiglia, il legame con il cugino Gustavo, l'idea sincera di fare del bene per la gente povera della Colombia. Peccato che le premesse alla base fossero un attimino sbagliate. Protagonista dei 10 episodi che raccontano la vita di Escobar dagli inizi alla fuga dalla prigione dorata che aveva costruito in accordo con le autorità, il brasiliano Wagner Moura inseguito dagli agenti della DEA Pedro Pascal (Oberyn di Game of Thrones se preferite, che qui interpreta un poliziotto locale di nome Javier Pena) e Boyd Holbrook (nelle vesti di Steve Murphy). Con loro una pletora di personaggi (realmente esistiti) appartenenti ai diversi schieramenti: da una parte il cartello di Medellin, dall'altra lo stato colombiano con il presidente Gaviria (Juan Pablo Rava) e il suo entourage. Una lotta senza quartiere durata anni, che ha cambiato un paese intero e la storia recente, influenzando anche la politica USA in piena era Regan, tra comunismo da sradicare, estradizione, corruzione e storie di eroi nell'ombra come Horacio Carrillo (Maurice Compte), leader operativo dell'unità preposta alla cattura di Escobar. Bella, bellissima, serie. Tanto spagnolo (sottotitolato) ma ne vale veramente la pena. Seconda stagione già in lavorazione.



VOTO 9/10

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