Avete presente un sandbox medievaleggiante, con tante belle cose da fare, un gameplay fresco e coinvolgente e in grado di offire tante tante ore di divertimento? Ecco. Io no.
Ci sono progetti che non vedono mai la luce, altri con il tempo migliorano, altri ancora che nascono proprio male e finiscono peggio. Life is Feudal, tristemente, appartiene alla terza categoria nonostante delle premesse (almeno per me) entusiasmanti e un'offerta ludica in potenza differente dalla solita pappa. Sulla carta si trattava di qualcosa di accattivante, in realtà: 64 giocatori, un open world (piccolo) e completamente personalizzabile facendo tutte quelle belle cose che i nostri avi facevano ai tempi dei cavalieri. Il concetto alla base del gioco è proprio quello di costruirsi una vita in un setting del genere: raccogliere le risorse disponibili, creare oggetti utili per fare altri oggetti utili per fare ulteriori cose, ricominciare il giro. Aumentando ovviamente le abilità di volta in volta e sbloccando una serie di opzioni teoricamente pensate per essere complementari con quelle offerte dagli altri giocatori. Si perchè giocare Life is Feudal da soli è praticamete impossibile ma il paradosso vuole che l'aim finale del tutto sia costruire, costruire, costruire per poi (eventualmente) distruggere, distruggere, distruggere ciò che è stato fatto (con abnorme fatica) da altri. L'idea della cooperazione fra giocatori è potenzialmente entusiasmante, peccato che qualsiasi cosa in Life is Feudal viaggia sulla sottile linea che divide il sonno dall'orchite. Lento, lentissimo. Il grinding selvaggio è l'unica via e questo potrebbe tuttavia non essere un problema per alcuni, se non fosse solamente la punta di un iceberg di proporzioni titaniche (puntata tra l'altro verso le chiappe dell'utente). Dal primo contatto con il tutorial indispensabile per sperare anche solo di capire il gozziliardo di finestre, finestrelle e finestrucce che dovrete gestire anche solo per accendere un fottuto fuocherello in un bosco, traspare chiaro il colossale problema di design alla base di un prodotto che finisce per annoiare dopo pochissimo, nonostante tutti i buoni propositi.
Troppo traumatico per chi aspettava una valida alternativa a un Rust, a un DayZ o al nuovissimo ARK: Survival Evolved appena arrivato su Xbox One, minati nella versione PC da diversi bug che in confronto a quelli presenti in Life is Feudal strappano un sorriso. La genialata finale del team di sviluppo infatti è stata quella di offrire un lungo testing sul gioco, prima di passare alle nuove Direct X che hanno reso si tutto più bello (in realtà i modelli, il resto è comunque contestabile) ma hanno pure rotto ciò che era stato a fatica sistemato nei mesi successivi all'Early Access su Steam. Di base comunque, tornando al gameplay, il tutto è facilmente riassumibile in pochi passaggi: sarete lanciati in un mutande su un'isola deserta, dovrete cominciare a raccogliere legnetti e a cacciare animali per sopravvivere. Dopo ore di sofferenza dovreste poter essere in grado di costruire una casa (unico modo di sbloccare il fast travel, tra l'altro) e conseguentemente una comunità da gestire (a patto di coinvolgere giocatori nell'avventura). Le skill saranno cappate e aumenteranno con l'utilizzo come in Ultima Online, per intenderci. Il milione di cose da fare purtroppo, costringerà chiunque a lunghe e faticose sessioni di specializzazione del personaggio, in un loop infinito alla ricerca di questa ipotetica simulazione di vita con tanto di PvP e tutta una serie di dinamiche hardcore che portano in certi casi il livello di frustrazione ai limiti della sopportazione umana. Troppo lento, troppo buggato, troppo noioso, troppo sbilanciato, troppo dispersivo e pure troppo caro: 40$ per una roba di questo genere è follia. Non basta un editor ricco e l'idea che poi tutto sarà bellissimo alla fine. Perchè all'end game non arriverete mai. Giocare più di 5 ore oggi a Life is Feudal dovrebbe prevedere un indennizzo di qualche tipo.
VOTO 4/10
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