Il 2015 è stato sicuramente un buon anno dal punto di vista delle nuove IP rilasciate su Xbox One e più in generale per i videogiochi tutti. Tra grandi conferme e gradite sorprese, abbiamo assistito anche al lancio di una nuova saga episodica tra le più celebrate, arrivata in una sfavillante versione boxed (anche) sulla nostra console.
Life is Strange è stato uno dei prodotti più controversi, chiacchierati, amati dello scorso anno, c'è poco da dire. Dontnod ha avuto sicuramente il merito di attirare l'attenzione del mondo intero, sfornando un titolo carico di messaggi potentissimi e spunti di discussione unici, rubando la scena alla monopolista Telltale e alle sue produzioni seriali. Di cosa parliamo, quindi? Di un'avventura grafica next-gen completamente incentrata sulla narrativa, che racconta la storia di due amiche e del loro indissolubile legame che sfida lo spazio e il tempo. Letteralmente. Max infatti, la protagonista di Life is Strange e vostro alter ego, scoprirà un giorno di avere la capacità incredibile di alterare il corso del tempo, potendo riavvolgere la vita come in un film vero e proprio, potendo quindi intervenire sugli accadimenti di quella che sarà la settimana più intensa della sua esistenza. Cominciamo però con alcune considerazioni generali utili per comprendere a pieno il percorso che ci porterà al giudizio finale, relativo all'intera prima stagione. Non avevo giocato Life is Strange prima, quindi ho approfittato dell'arrivo della retail per tuffarmi in un viaggio che è durato un week-end, con circa una decina di ore di gioco veramente intense. Credo che avere la possibilità di godersi i 5 episodi in sequenza, senza dover aspettare quanto hanno fatto tutti coloro che hanno seguito le release di volta in volta, sia assolutamente un plus in termini di esperienza. Il gioco è un cazzotto fortissimo nello stomaco in certi momenti e credo che l'attesa tra una puntata e l'altra abbia poi portato ad alcuni ragionamenti letti e sentititi in occasione delle varie recensioni.
Ragionamenti che tiravano in causa una certa discontinuità nella scrittura a livello di sceneggiatura, con presunti espedienti utilizzati per chiudere un plot in qualche modo sfuggito di mano al team di sviluppo, che necessitava una fine. Nel mio caso tutto ciò non è stato assolutamente vero, preso come ero dal susseguirsi degli eventi raccontati con maestria in quello che è rappresentante eccezionale della nuova corrente esperienziale che tanto si è diffusa negli ultimi anni. La questione interessante è che detto da me, storicamente contro il genere in passato, potrebbe suonare stranissimo ma per tagliare la testa al toro e per spiegarmi nel modo più chiaro possibile, ho deciso da qualche tempo di pormi una semplice domanda, prima di lanciarmi in esperienze di questo tipo, completamente incentrate sulle emozioni: "si tratta di qualcosa in grado di appassionarti anche solo guardando qualcuno giocare?". La risposta, per esempio, è stata affermativa nel caso di Game of Thrones della sopracitata Telltale: come guardare uno spin-off della serie TV in pratica, pur senza tenere il pad in mano. Ma quella era pur sempre una produzione legata a una delle mie saghe fantasy preferite. E per Life is Strange? Una teen story (per certi versi) senza un brand famoso alle spalle e imperniata sulla vita di personaggi comuni in un setting comune (seppur con l'aggiunta dell'elemento sci-fi), avrebbe potuto funzionare in egual misura? Assolutamente. Tanto da togliere il sonno. Perchè Life is Strange è veramente un film con una mostruosa sceneggiatura che potrebbe funzionare anche slegata dalla componente interattiva riuscendo a intrattenere e a catturare con la sola potenza delle tematiche trattate, al netto della componente fantascientifica che lega tutto. Ma andiamo con ordine cominciando proprio col parlare del gioco così come è, in tutta la sua particolarità.
A livello di gameplay, Life is Strange è ancora più ridotto all'osso rispetto a un qualsiasi gioco Telltale: durante il gioco potrete muovervi nei panni di Max lungo una serie di ambienti raccolti ad Arcadia Bay, la vostra città di origine. Principalmente sarete quindi impegnati nell'espolorare il campus della Blackwell, scuola di fotografia dove ritornerete dopo qualche anno a Seattle, composto da diverse zone come i dormitori o le varie aule. Fuori dalla scuola, potrete visitare casa di Chloe, vostra amica di infanzia e personaggio chiave del gioco, ritrovata trasformata dopo gli anni separate e un grave lutto che ha colpito la sua famiglia. Sarà proprio incontrando Chloe la prima volta che Max scoprirà il suo potere dando il via a una lunga serie di accadimenti sempre regolati dalla possibilità di riavvolgere. In parole povere, per risolvere alcuni enigmi, sbloccare numerose opzioni di dialogo e proseguire nel viaggio che porterà a capire il perchè di tutto ciò che sta succedendo, sarà indispensabile modificare gli eventi, potendo a un certo momento addirittura viaggiare nel tempo. Considerando quanto sia difficile trattare il tema (in qualsiasi media), i risultati ottenuti in Life is Strange si potrebbero definire semplicemente maestosi: il butterfly effect è trattato, spiegato e rappresentato come poche altre volte prima, portando realmente il giocatore a riflettere sul principio di azione e conseguenza, teorizzato da Alan Turing tanti anni fa: "Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza". E Max dovrà scegliere, ripetutamente: scegliere per lei e per gli altri, cambiando il destino di molti.
Per complicare ulteriormente le cose alla Blackwell, avrete a che fare con un vero e proprio giallo legato a una misteriosa scomparsa di una studentessa, connessa anch'essa a Chloe da una fortissima amicizia, oltre a numerose sotto trame che confluiranno poi in un unica intricatissima main story, vincolata alle visioni di Max, comprendenti tra l'altro uno scenario apocalittico per la cittadina e i suoi abitanti. Raccontare senza spoilerare non è possibile ma come scrivevo, strada facendo, i potentissimi messaggi linkati alle tematiche dell'amore, dell'amicizia, della droga, della famiglia, del bullismo, della scelta, emergono in un crescendo che ti costringe letteralmente ad andare avanti per sapere, per capire, per arrivare alla verità. L'esplorazione in terza persona sarà piuttosto limitata agi ambienti descritti in precedenza ma ogni sessione garantirà immersione totale nei panni di Max, grazie anche a una localizzazione perfetta (la migliore mai vista a memoria) con la possibilità di godere il tutto anche in italiano. La vita di Max sarà scandita da SMS, personaggi credibili e fatti plausibili incastrati su una struttura di fantasia che funge da collante alla perfezione. Da menzionare in generale c'è tutta la regia, con tanti brani licenziati e montati ad arte su inquadrature, scene e situazioni in grado di strappare una riflessione e anche una lacrima (avvertiti). Tecnicamente, nonostante qualche problemino di clipping ogni tanto e il talvolta fastidioso muro invisibile a bloccare l'accesso ad aree teoricamente a portata di piede, il livello medio degli asset è molto migliore di qualsiasi altro esponente del genere e in riferimento allo stile, c'è veramente poco da discutere. Un capolavoro da recuperare ad ogni costo.
VOTO 9/10
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