Di sorprese è pieno il mondo dei videogiochi. Easter Egg, li chiamano, e dai primi giochi Atari ad oggi, non sono mai mancati. Trovate simpatiche e meno simpatiche, modalità extra, segreti hidden da sbloccare con appositi codici. In Dambuster invece sono andati oltre.
Quando ho sbloccato il livello con le mucche colorate e gli arcobaleni in Diablo, pensavo di aver visto tutto e invece no. Se trovate tipo quella del team Blizzard hanno rappresentato un eccesso (e di eccessi in questo senso ne abbiamo avuti tanti negli anni), nel nuovo Homefront si esagera veramente. Della travagliata storia di Dambuster Studios, abbiamo già parlato ma a gioco finito, ci si può anche tornare un attimo sopra, per approcciare i fatti un po' più di pancia e meno di cervello. Free Radical si chiamava una volta, la truppa di giovani ex Rare dalle cui ceneri è nato il nuovo studio Deep Silver. TimeSplitters è il franchise che li ha resi famosi. E sapete cosa? In Homefront: The Revolution, a un certo punto, troverete un cabinato. Vi avvicinerete al cabinato. Userete il cabinato. E nel cabinato troverete proprio lui TimeSplitters 2 che come recita la scritta in avvio è stato ported with love. Non parliamo di emulazione ma di un paio di livelli full del gioco originale. Quello vero. Un capolavoro di quasi 15 anni che riporta alla mente la storia di questo gruppo che ha portato alla release un gioco tutto sommato importante e ricco di contenuti, affrontando uno shut down totale, due passaggi di proprietà, l'amministrazione controllata e tutta una serie di situazioni che posso solo immaginare avendo per le mani uno studio mio. Il messaggio di apertura di Hasit Zala nei credits del gioco, prova a spiegare tutto questo e quello che c'è stato prima e in qualche modo aiuta a rileggere con un'altra ottica un parto arrivato dopo una gestazione eroica, fatto da gente di talento che probabilmente con qualche preoccupazione in meno e qualche certezza in più, avrebbe potuto sfornare un qualcosa di molto migliore rispetto a ciò che di buono, comunque, è arrivato a scaffale.
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