E ancora una volta ci risiamo: virus mortale in tempo zero, pandemia senza controllo, fine del mondo imminente, distruzione totale. Se non ne vedo almeno uno a settimana ormai, è come se mi mancasse qualcosa. E a convincermi stavolta è stato addirittura il cast!
Ci sono Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Bryan Cranston. Il film è di Steven Soderbergh. Sulla carta, boh, tanta roba. Eppure il solito internet freddino mi aveva un po' scoraggiato sin dal principio. Un po' come era successo per Contagious, che invece alla fine, tanto male non era. Ecco, Contagion, oltre ad condividere buona parte del titolo con il film di zio Arnold, porta in scena pure lo stesso approccio, ma da un punto di vista differente. Se dall'altra parte veniva trattata la materia estinzione dal punto di vista della famiglia distrutta, di qua invece si racconta l'approccio clinico della faccenda. Nessuno zombie mutato in strada, niente estinzione in tempo zero. La malattia, sconosciuta e feroce, ha un suo decorso e viene affrontata come si affronterebbe nel mondo reale, incrociando sullo sfondo le vicende dei vari protagonisti legati tra loro. Come dicevo, parliamo di verosimiglianza completa con ciò che potrebbe accadere nel mondo reale in un caso del genere, con tanto di consulenza scientifica di prestigio e collaborazione con il CDC durante le riprese tenutesi in giro per il mondo tra USA, Dubai, Giappone, Svizzera, Regno Unito, Brasile, Russia e Malesia .E quindi ansia, per me, perchè vedere rappresentata l'impotenza plausibile di fronte a uno scenario del genere, è molto più suggestionante che essere inseguiti da uno stupido non morto. Si parte da una febbriciattola quindi e si finisce dopo un paio di aerei e stazioni affollate, alla morte di una percentuale apparentemente ridicola di persone. Che tu dici "oh, in finale è giusto l'1% della popolazione umana". Fate un attimo il conto di quanto sarebbe l'1% di 7 miliardi di persone e un po' vi prende male. In verità c'è da sottolineare l'assenza di un protagonista vero e proprio ma di diverse linee che portano poi, alla fine, in un viaggio a ritroso fino all'inizio di tutto. Giusto per aumentare l'ansietta di cui sopra. Lento ma consigliato.
VOTO 7/10
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