Lo aspettavo, come mai prima. Per una serie di motivi. Puntuale come ogni anno è arrivato l'autunno e con lui il calcio su console. Che ormai da qualche tempo, a casa mia, è solo ed esclusivamente firmato Electronic Arts.
Lo aspettavo perchè per la prima volta, da tempo immemore, c'era da provare qualcosa di veramente nuovo rispetto ai soliti upgrade annuali di roster, grafica, giocabilità e tutto il resto. E se è vero che il grosso salto è stato anche tecnologico, con il passaggio a Frostbite, per me tutto girava intorno alla nuova opzione Il Viaggio, per capire come sarebbe stata dopo l'hype post E3 e il segreto di stato mantenuto fino alla release. E da qui comincio, dunque, mettendo un attimo da parte il campo vero e proprio. Il Viaggio è la storia di Alex Hunter, uno che sin da bambino voleva fare il calciatore. Nipote di una stella del calcio britannico degli anni '60 e figlio di una campione mai arrivato a causa di un infortunio, Alex pare essere un talento naturale, nelle strade a nord di Londra. Watford, nel mio caso. Il Viaggio si apre con una partita tra ragazzini che da subito l'idea di come questa componente GdR, per certi versi, sia stata sviluppata. Ci si trova poi catapultati nel futuro, nel giorno di un provino come tanti, da fare insieme all'amico di sempre Gareth Walker. Provino che va a buon fine (seppur da giocare) e che porta alla firma del primo vero contratto da professionista (con una squadra da scegliere tra tutte quelle della Premier). Qui inizia l'avventura, tra il drama famigliare, un procuratore euforico e tutto quel che teoricamente si potrebbe trovare all'interno del mondo del pallone, visto con gli occhi di un diciassettenne. Io quando ho firmato il mio primo contratto vero, di anni ne avevo 18 ma la storia cambia poco: quando aspetti quella telefonata, non c'è altro a cui pensare.
Molte situazioni relative a come funziona, sono state riportate in-game molto molto bene: si percepiscono l'ansia e l'entusiasmo degli inizi, il clima dello spogliatoio in mezzo ai senatori, come funziona, molto alla lontana, la vita di un atleta. Diciamo che di tutto quel che si vede, a livello di storia, un 50% delle cose può tranquillamente dare uno spaccato del mondo reale da quella parte lì. L'altro 50% è ovviamente romanzato e fatto di dialoghi e dinamiche che mai accadrebbero, resi in maniera fin troppo cinematografica. Il Viaggio comunque, ricapitolando, è la storia del primo anno di Alex Hunter dal provino di cui sopra in poi, passando per un prestito in Championship (al Newcastle per me, con prima rete in FA Cup), il rientro alla base e la consacrazione (se sarete bravi) come astro nascente di oltremanica. Tra attori in carne ed ossa, interviste che determineranno la fama sui social e i rapporti con i colleghi e il mister, spicca la presenza di guest importanti come Marco Reus, James Rodigruez, Angel Di Maria e Harry Kane. I primi tre si limiteranno a delle comparsate mentre il quarto sarà prima determinante per lo sviluppo della trama (sostanzialmente andrete in prestito perchè chiusi da lui che poi diventerà amico e compagno in tandem d'attacco). Menzione d'onore anche per i due giocatori fake Gallo e Barnard, utilizzati come tutor nel corso della stagione, con l'ex amico Walker da inseguire ma anche con il fumantino Williams che parte male e poi diventa, per me, figura mitologica che tutti hanno incontrato, frequentando uno spogliatoio per un po'. Memorabile il momento metagioco in cui giocando a FIFA, scopre di avere 50 come media su FUT.
Il problema de Il Viaggio? Che finisce a metà, lasciando sì aperto uno scenario interessante ma che arriva in fondo sempre uguale (pur ricominciando), lento (senza possibilità di skippare nessuna delle scene) e poco verosimile (perchè a prescindere dai numeri, l'epilogo sarà sempre e solo uno). Nel complesso tuttavia, un'idea geniale che se venisse sviluppata al massimo delle potenzialità, sarebbe veramente un salto in avanti di anni luce rispetto a qualsiasi produzione precedente. Per il resto il nuovo FIFA è il vecchio FIFA, aggiustato e pulito come sempre anno dopo anno, con il succitato passaggio a Frostbite che ha consentito un upgrade in termini di prestazioni piuttosto notevole, nonostante ormai la qualità raggiunta fosse già al limite per la generazione corrente. Nuove animazioni, nuove movenze, nuove rose, nuova interfaccia, riveduta in alcuni punti. Tutto funziona insomma ma questo era fuori dubbio. Pimpato anche Ultimate Team che paradossalmente, secondo me, resta la cosa meno interessante del pacchetto. Ma quella è colpa mia che online gioco con gli amici e le rose custom e che continuo, ancora, a spellarmi le mani con carriere zemaniane a oltranza. In questo caso, male l'obbligo di scelta per l'avatar, anche perchè il boemo non c'è nonostante la presenza di tutti gli allenatori top come Mourinho, Conte, Guardiola e gli altri. Insomma, i soliti 70€ da spendere per un'annata di gioco. Meglio di PES? Per me ormai il paragone non è fattibile, anche se si parla di sfide equilibrate da un paio di annetti almeno. Capolavorissimo che non si prende il 10 pieno solo per la (ovvia) presenza di bug legati al gameplay che saranno sistemati poi. E per Nava che ha rotto la minchia non è la scelta migliore in cabina di commento con il sempre puntuale Pardo.
VOTO 9/10
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