[MOVIE REVIEW] ARRIVAL



Millemila candidature agli Oscar, alieni che arrivano con un messaggio, il passato, il presente e (soprattutto) il futuro. Tutti ne parlavano eccitatissimi e quindi niente, il passaggio al cinema è stato obbligatorio.
Arrival è in corsa per ben 8 statuette e quando tra queste ci sono Miglior Film e Miglior Regia  comunque due domandine te le fai. Come ho ripetuto milioni di volte (parlando di videogiochi per la maggior parte), cerco sempre di restare distaccato quando una cosa mi interessa. Niente trailer, niente analisi di nessun tipo, niente review. Ma poi a un certo momento arriva Facebook e dopo le nomination dell'altra settimana, non si poteva più rimandare. Bon, facendola molto breve: Interstellar e Contact sono due dei miei film preferiti di ogni tempo. Arrival è esattamente la somma del primo e del secondo, con ritmi un po' più lenti e qualche layer di complessità in meno rispetto più che altro al capolavoro con Matthew McConaughey. Detta così, sembrerebbe automatico parlare di best of per la categoria ma un paio di ore dopo, nelle gerarchi nulla è cambiato. Non era facile ovviamente e ciò non toglie che il film di Villeneuve è sicuramente da vedere, con l'ennesima denuncia più o meno diretta all'inettitudine del genere umano, tendenzialmente distruttivo in qualsiasi situazione, accompagnata da un inno alla vita mica da ridere, che tocca le corde anche dei più insensibili come me. Arrival non è neanche troppo contorto a differenza di molti altri e arriva dritto al punto, mentre racconta di questo contatto con una specie aliena arrivata da noi a bordo di gigantesche uova astronavi con intenzioni poco chiare e tutte da decifrare per la celebre linguista Louise Banks (Amy Adams) e per il fisico Ian Donnely (Jeremy Renner). Attorno al legame tra i due, alla figlia della Banks e alla sua malattia e al disperato tentativo degli ospiti di comunicare qualcosa, con il rischio di una guerra interplanetaria alla porta grazie ai soliti cinesi zelanti, si sviluppa una storia che, come sopra, porta comunque un messaggio positivo. Da vedere e da mettere lì in collezione quando sarà, insieme agli altri pezzi grossi.



VOTO 8/10

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