[MOVIE REVIEW] WAR MACHINE



Netflix ha lanciato il 26 maggio scorso un altro dei suoi film prodotti interamente in casa. C'è Brad Pitt, si parla della guerra in Afghanistan e si toccano svariate corde di quelle che danno fastidio.
Da quando ha messo in piedi Plan B, la sua casa di produzione, Brad Pitt ha confermato semmai ce ne fosse stato il bisogno, il suo pensiero politico relativamente a una serie di questioni piuttosto delicate che vedono coinvolti gli USA. War Machine è una commedia, alla fine, di quelle che ti fanno ridere perchè prendono per il culo una serie di dinamiche e situazioni cotte e stracotte ma che poi dopo ti costringono a pensare, perchè alla fine si parla di tematiche serie. Nella fattispecie, il film, è sostanzialmente ispirato a una storia vera, anche se indirettamente, andando a riprendere un libro di Michael Hastings intitolato The Operators, incentrato sulla vita del generale americano Stanley McChrystal (il generale McMahon nella pellicola), protagonista di qualche screzio con l'amministrazione Obama che lo ha di fatto rimosso dal suo incarico di comandante delle truppe NATO per via di alcune scomode dichiarazioni. Dichiarazioni che prima del libro, avevano dato vita a un articolo su Rolling Stones (nel film pure questo) che ad Hastings era valso una candidatura per il Pulitzer. Hastings, tra l'altro, morto per caso in un incidente stradale a Los Angeles avvolto ancora nel mistero. Insomma, a voler pensar male, le informazioni circolate all'epoca (parliamo del 2010), potrebbero veramente aver infastidito qualcuno. In War Machine, molto semplicemente, viene fuori tutto il marcio dietro a una serie di dinamiche tipiche della politica di pace statunitense con tutti i suoi controsensi (c'è una parte tragicomica sull'impedimento della coltivazione del cotone, in favore del commercio di eroina, che la dice lunga su come funzionino le cose ma è una lunga serie di battute dal retrogusto amaro, stringendo). Brad Pitt, invecchiato, recita alla grande per oltre 2 ore con un occhio chiuso e uno no. Dovrebbe essere premiato solo per questo, oltre che per la perfomance convincente. Per riflettere e farsi due conti su come funziona il mondo reale. Nuovo centro Netflix.


VOTO 8/10

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