Eurogamer in Italia c'è arrivato per una strana congiunzione astrale, l'ho raccontato un bel po' di volte. Ero in Leader, dovevamo aprirlo con Leader, eravamo sostanzialmente arrivati ad un accordo. Il network e Rupert (Loman, il fondatore di EG), volevano fortemente allargare la loro presenza sul web a tutti i territori chiave del mercato e avevano già provato qui da noi con diversi interlocutori. Erano andati da Multiplayer (per certo) e da Everyeye (se non ricordo male) ma avevano desistito per una serie di motivi. Tra tutti, quello di aprire una società in loco, partecipata però da UK. Inutile dire quanto una roba del genere, per uno che vuole spendere da fuori, sia sostanzialmente un incubo senza fine, considerando poi come funzionano determinati passaggi nel mondo civilizzato e come, purtroppo, funzionano qui. Morale della favola, non se ne era fatto nulla finchè non ci siamo incontrati, grazie all'intercessione di amici comuni, in quel di Brighton. I meeting si sono susseguiti lungamente finchè non si è trovato un accordo di massima ma poi è successo l'imprevedibile: nel mentre, in Italia, avevamo lavorato alla cessione di Videogame.it a Edizioni Master e la cosa si era concretizzata. La cessione, ovviamente, prevedeva una non concorrenza strutturata in modo tale che Eurogamer non potesse mai aprire sotto Leader e tutto si era dunque arenato. Ecco quindi il piano B e l'impegno diretto per aprire il sito che, due lustri dopo, è ancora al posto suo. Anche perchè, con quella macchina dietro, la cosa difficile è stata arrivare a 300.000 unici partendo dal nulla, quello che è venuto dopo era pure abbastanza facile. 10 anni dopo Gamer Network, è stato acquisito da ReedPop, quelli del PAX. L'Eurogamer Expo è stato ovviamente il motivo scatenante di cotanto interesse ma la società americana ha comunque rilevato l'intero pacchetto, togliendo la proprietà alla famiglia di Rupert, dopo tanti anni e il più classico dei viaggi iniziato in un garage (il loro), rimasto location della tradizionale festa aziendale fino a ieri. Dalla gestione famigliare al mondo dunque. In maniera meritatissima. Ogni tanto, c'è da dire, un po' quel periodo mi manca. Ma anche no a dirla proprio tutta.
GLI ORGANIZZATORI DEL PAX COMPRANO EUROGAMER E TUTTI GLI ALTRI SITI DEL NETWORK
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Alberto Belli
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Eurogamer in Italia c'è arrivato per una strana congiunzione astrale, l'ho raccontato un bel po' di volte. Ero in Leader, dovevamo aprirlo con Leader, eravamo sostanzialmente arrivati ad un accordo. Il network e Rupert (Loman, il fondatore di EG), volevano fortemente allargare la loro presenza sul web a tutti i territori chiave del mercato e avevano già provato qui da noi con diversi interlocutori. Erano andati da Multiplayer (per certo) e da Everyeye (se non ricordo male) ma avevano desistito per una serie di motivi. Tra tutti, quello di aprire una società in loco, partecipata però da UK. Inutile dire quanto una roba del genere, per uno che vuole spendere da fuori, sia sostanzialmente un incubo senza fine, considerando poi come funzionano determinati passaggi nel mondo civilizzato e come, purtroppo, funzionano qui. Morale della favola, non se ne era fatto nulla finchè non ci siamo incontrati, grazie all'intercessione di amici comuni, in quel di Brighton. I meeting si sono susseguiti lungamente finchè non si è trovato un accordo di massima ma poi è successo l'imprevedibile: nel mentre, in Italia, avevamo lavorato alla cessione di Videogame.it a Edizioni Master e la cosa si era concretizzata. La cessione, ovviamente, prevedeva una non concorrenza strutturata in modo tale che Eurogamer non potesse mai aprire sotto Leader e tutto si era dunque arenato. Ecco quindi il piano B e l'impegno diretto per aprire il sito che, due lustri dopo, è ancora al posto suo. Anche perchè, con quella macchina dietro, la cosa difficile è stata arrivare a 300.000 unici partendo dal nulla, quello che è venuto dopo era pure abbastanza facile. 10 anni dopo Gamer Network, è stato acquisito da ReedPop, quelli del PAX. L'Eurogamer Expo è stato ovviamente il motivo scatenante di cotanto interesse ma la società americana ha comunque rilevato l'intero pacchetto, togliendo la proprietà alla famiglia di Rupert, dopo tanti anni e il più classico dei viaggi iniziato in un garage (il loro), rimasto location della tradizionale festa aziendale fino a ieri. Dalla gestione famigliare al mondo dunque. In maniera meritatissima. Ogni tanto, c'è da dire, un po' quel periodo mi manca. Ma anche no a dirla proprio tutta.
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