Ci sono capolavori senza tempo che andrebbero lasciati lì dove sono. Ci sono poi capolavori senza tempo che diventano anni dopo, capolavori senza tempo anche quando si tratta di remake. Esattamente come in questo caso.
Ci ho messo un anno e passa praticamente ma alla fine, oh, X-Com 2 l'ho finito con mia grandissima soddisfazione. A giugno dello scorso anno, in concomitanza con l'attivazione di Xbox Game Pass, avevo infatti recuperato il primo X-Com: Enemy Unknown che avevo colpevolmente lisciato su Xbox 360. Preso dal sacro fuoco, avevo scaricato dunque anche il secondo capitolo della (nuova) saga che ho però lasciato a metà tra un backlog sconfinato e le madonne dovute alla difficoltà eccessiva settata per la nuova avventura. Tornato dalla GDC però, riorganizzando un po' la dashboard, mi è caduto l'occhio sul save che stava lì a guardarmi e ho ricominciato arrivando in qualche giorno laddove non ero ancora giunto e potendo quindi liberare il mondo dagli alieni una volta per tutte. Parliamo naturalmente dello strategico per eccellenza, pubblicato da 2K e sviluppato dalla gloriosa Fireaxis con il team dell'originale in regia. Stavolta il nemico non è affatto sconosciuto, anzi: la Advent è un governo militare fantoccio gestito proprio dai cattivi che hanno invaso e conquistato il pianeta promettendo pace e serenità. Un po' come i Visitors dei be tempi se vogliamo, con un piano di distruzione totale ben nascosto pronto ad essere messo in atto. Qui entra in gioco quindi la X-Com, con la prima missione tutorial incentrata proprio sulla liberazione del vecchio leader dell'unità, ancora una volta composta da specialisti completamente customizzabili nel look e con diverse abilità a seconda della classe scelta. Base operativa del gruppo sarà l'Avenger, un ufo trafugato al nemico sul quale il Dott.Tygan e Lily Shen (figlia del defunto ingegnere del capitolo precedente), forniranno supporto nella ricerca e nello sviluppo di armi, abilità e risorse necessarie per la vittoria finale. Per far questo sarà necessario costruire una rete di comunicazione mondiale indispensabile per coordinare attacchi alle sedi Advent e organizzare la resistenza, per poter quindi smontare il progetto denominato Avatar, gestito in segreto dagli invasori.
Sostanzialmente il governo Advent ha offerto all'umanità la cura a tutte le malattie e progressi tecnologici incredibili. In cambio, ha incentivato lo spopolamento dei piccoli centri abitati a favore delle grandi città, chiedendo alla popolazione di utilizzare un chip di monitoraggio. Alieni perzone falze! Il piano in realtà sarebbe infatti legato alla salvaguardia degli antichi membri della razza, morenti e in cerca di un contenitore individuato, manco a dirlo, in comodi involucri di pelle e organi tipo noi altri. Se parliamo di gameplay non c'è niente di nuovo rispetto alla tradizione: la pianificazione è fondamentale così come l'allestimento del gruppo di attacco giusto, con soldati che potranno livellare e specializzarsi in attacchi corpo a corpo, tecnologici, psionici, di assalto e via dicendo. Le varianti sono talmente tante e gli approcci possibili così vari, che ogni run sarà una gioia, scandita da un orologio che indicherà costantemente i progressi del nemico che andranno contrastati distruggendo le sue basi, attaccando convogli, studiando, progredendo con l'equipaggiamento. Personalmente, ho viaggiato sempre sul filo del rasoio arrivando più di una volta vicino alla sconfitta (20 giorni con l'ultimo tassello), prima di riorganizzarmi e lanciare la sortita finale. Questo perchè l'equipaggiamento di cui sopra, in effetti, fa la differenza e a un certo momento, con le truppe più esperte, sarà palese il salto in termini di possibilità contro un nemico incazzato, intelligente, armatissimo. L'Unreal Engine fa il suo sporco lavoro e pure dal punto di vista grafico, al netto di qualche glitch, siamo a livelli alti. Unico problemino, un paio di freeze e relativi restart in un paio di missioni ma sono cose che capitano. L'altra questione poi è non affezionarsi ai vari personaggi, specialmente all'inizio: difficilmente una delle reclute scalerà i ranghi fino alla fine. Ancora piango per Manuel Richter, caduto all'ultima battaglia. Capolavorissimo.
VOTO 9/10
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